Non scrivo quel che penso, perché so che direi cose che non si dovrebbero scrivere su un blog, e potrei stra-parlare.
Non penso ci sia bisogno di spiegare nulla, le immagini hanno fatto il giro del mondo e valgono più di mille parole.
Scrivo questo post oggi non solo perché ho avuto problemi di linea telefonica e di connessione in questi giorni, ma anche perché avrei rischiato di dire cose di cui mi sarei certamente pentita.
Oggi la connessione sembra funzionare un po' meglio anche se solo in questa stanza, per cui ne approfitto per scrivere queste due righe e dirvi che sto bene, per ringraziare nuovamente tutti quelli che mi hanno contattata in questi giorni, e per ringraziare anche se solo virtualmente tutti quelli che stanno dando una mano a rendere questa città nuovamente vivibile, e degna di essere chiamata tale.
Sono stati giorni difficili questi e lo sono ancora perché la città è in ginocchio, perché il pensiero di quelle persone che hanno perso la vita in maniera così assurda ti martella nella testa (fra l'altro una delle vittime è la nipote di una persona che conosco, l'ho saputo ieri mattina e, benché non la conoscessi di persona, la cosa mi ha scosso non poco: era andata in moto a prendere il fratello a scuola e sono stati travolti da un'ondata. Il fratello fortunatamente si è salvato) e poi ci sono tutte le altre storie di amici, di amici di conoscenti, di parenti di questo e di quello, di gente che si è dovuta rifugiare sui tetti, di persone che hanno avuto bisogno di un letto e di vestiti prestati perché non avevano nulla di asciutto da indossare o un tetto sicuro sotto il quale dormire, di gente che ancora oggi non si riesce a rintracciare.
Insomma, dopo quel che è successo si rischia la paranoia di tremare davanti ad un qualsiasi temporale futuro.
Quel che mi fa incazzare come una bestia è che dopo l'alluvione del '70 che ha distrutto completamente la citta, e quello del '92 che ha fatto danni pazzeschi, e quello del '93 che ha messo in ginocchio tutto il ponente, per non parlare poi dei vari nubifragi qua e là che ogni anno puntualmente colpiscono queste zone, siamo ancora qui, con gli stessi problemi di una volta.
E chi ha subìto i danni allora, deve ancora vedere un risarcimento. Non lo sapevo, l'ho sentito proprio in questi giorni, e la cosa mi lascia a bocca aperta, anche se ormai non bisognerebbe più meravigliarsi di niente.
La cosa che più mi fa sentire a disagio in questo momento e non poter andare a spalare il fango con tutti gli altri, perché è quello che sento di voler fare, ma la mia spalla ancora non funziona bene, per cui dovrò starmene brava e zitta.
Lascio invece la parola ad una pubblicità progresso del '77 (di un'attualità sconvolgente) che già da allora cercava di far capire a tutti che l'acqua, preziosa risorsa, può trasformarsi in una minaccia se ognuno di noi non si prende le giuste responsabilità.
Mi pare ovvio che il messaggio non sia stato recepito.
Da domani ci si ri-alza in piedi, ma oggi, la giornata è tutta dedicata a chi ha perso la vita in queste assurde giornate, non solo a Genova, e non solo in Liguria.
Quoto in toto tutto quello che hai scritto... e non vado oltre nemmeno io....
ReplyDeleteUn abbraccio!
Ci tappiamo tutti la bocca, ed in questo caso è meglio.
ReplyDeleteMa sappi che abbraccio forte te e la tua bella città, tanto provata in questo momento.
Ero preoccupata per non averti ancora sentita...ero lì lì per lasciarti un msg, poi mi son trattenuta, pensando che il tuo silenzio avesse un significato...mi fa piacere sapere che stai bene, spalla a parte...per il resto o si stra-parla o si sta zitti , tertium non datur...perciò un grande abbraccio!
ReplyDeleteHo appena lasciato un commento a Tinny genovese come te dicendo che la storia non ci insegna nulla. La mia rabbia maggiore deriva proprio da questo e il mio pensiero si allinea al tuo con un dolore sordo e profondo. Verrebbe davvero di gridare pensieri avvelenati. Ti penso e ti abbraccio forte. Pat
ReplyDeletesenza parole..
ReplyDeleteti abbraccio!
We live in countries where electoral interests, (and short-term vision and ignorance) have a superior value to life. And where tragedies like this are bound to repeat themselves every few years. Sad, but true.
ReplyDeleteMy thoughts are for all the victims, especially the ones who lost their lives. Let this be a lesson, and maybe, MAYBE this time something useful and good can come out of this.
Mascaría, ti ho pensato, anche io ero scolllegata, in Uruguay...e sono rimasta senza parole come ho detto anche alla Ale........visto da quaggiu dove si crede Che il nord sia il primo mondo e' ancora piu ' angosciante, e anche la lontananza piu' intollerabile. Un abbraccio, forte.
ReplyDeleteSai cosa condividiamo?
ReplyDeleteLa medesima rabbia, una uguale impotenza di fronte all'incompetenza, le lacrime, i medesimi applausi a chi si è vestito da eroe per l'occasione salvando vite umane, le medesime parole di speranza della Chiesa e non da meno la certezza che capiterà ancora, da qualche parte.
Quoto tutto, ormai con una punta di sfinimento perché sembra sempre che ci sia una minoranza che si sfiata a furia di ripetere l'ovvio mentre il resto del mondo (quello che "io si che saprei cosa fare se fossi al governo") è distratto da veline, cretinate hi-tech e varie scalate di "facciata" personale.
ReplyDeleteGrazie a tutti!!!
ReplyDeletesono così dispiaciuta e arrabbiata e impotente...un abbraccio. sì
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