Lo so, lo so, quelle fette di cetriolo sulla confezione non fanno pensare a nulla per cui perdere la testa, invece, in questa confezione da 150 gr non solo troverete tutte le ragioni per perderla e far suonare l'ukulele al vostro neurone, ma vi ritroverete anche col problema di dover mandare le vostre papille gustative in terapia per poter superare la dipendenza.
Spadellamenti con valigia (ed altre cialtronerie) rigorosamente su treppiede.
Sunday, 13 November 2011
Monday, 7 November 2011
Rabbia e schifo, e mi fermo qui.
Non scrivo quel che penso, perché so che direi cose che non si dovrebbero scrivere su un blog, e potrei stra-parlare.
Non penso ci sia bisogno di spiegare nulla, le immagini hanno fatto il giro del mondo e valgono più di mille parole.
Scrivo questo post oggi non solo perché ho avuto problemi di linea telefonica e di connessione in questi giorni, ma anche perché avrei rischiato di dire cose di cui mi sarei certamente pentita.
Oggi la connessione sembra funzionare un po' meglio anche se solo in questa stanza, per cui ne approfitto per scrivere queste due righe e dirvi che sto bene, per ringraziare nuovamente tutti quelli che mi hanno contattata in questi giorni, e per ringraziare anche se solo virtualmente tutti quelli che stanno dando una mano a rendere questa città nuovamente vivibile, e degna di essere chiamata tale.
Sono stati giorni difficili questi e lo sono ancora perché la città è in ginocchio, perché il pensiero di quelle persone che hanno perso la vita in maniera così assurda ti martella nella testa (fra l'altro una delle vittime è la nipote di una persona che conosco, l'ho saputo ieri mattina e, benché non la conoscessi di persona, la cosa mi ha scosso non poco: era andata in moto a prendere il fratello a scuola e sono stati travolti da un'ondata. Il fratello fortunatamente si è salvato) e poi ci sono tutte le altre storie di amici, di amici di conoscenti, di parenti di questo e di quello, di gente che si è dovuta rifugiare sui tetti, di persone che hanno avuto bisogno di un letto e di vestiti prestati perché non avevano nulla di asciutto da indossare o un tetto sicuro sotto il quale dormire, di gente che ancora oggi non si riesce a rintracciare.
Insomma, dopo quel che è successo si rischia la paranoia di tremare davanti ad un qualsiasi temporale futuro.
Quel che mi fa incazzare come una bestia è che dopo l'alluvione del '70 che ha distrutto completamente la citta, e quello del '92 che ha fatto danni pazzeschi, e quello del '93 che ha messo in ginocchio tutto il ponente, per non parlare poi dei vari nubifragi qua e là che ogni anno puntualmente colpiscono queste zone, siamo ancora qui, con gli stessi problemi di una volta.
E chi ha subìto i danni allora, deve ancora vedere un risarcimento. Non lo sapevo, l'ho sentito proprio in questi giorni, e la cosa mi lascia a bocca aperta, anche se ormai non bisognerebbe più meravigliarsi di niente.
La cosa che più mi fa sentire a disagio in questo momento e non poter andare a spalare il fango con tutti gli altri, perché è quello che sento di voler fare, ma la mia spalla ancora non funziona bene, per cui dovrò starmene brava e zitta.
Lascio invece la parola ad una pubblicità progresso del '77 (di un'attualità sconvolgente) che già da allora cercava di far capire a tutti che l'acqua, preziosa risorsa, può trasformarsi in una minaccia se ognuno di noi non si prende le giuste responsabilità.
Mi pare ovvio che il messaggio non sia stato recepito.
Da domani ci si ri-alza in piedi, ma oggi, la giornata è tutta dedicata a chi ha perso la vita in queste assurde giornate, non solo a Genova, e non solo in Liguria.
Non penso ci sia bisogno di spiegare nulla, le immagini hanno fatto il giro del mondo e valgono più di mille parole.
Scrivo questo post oggi non solo perché ho avuto problemi di linea telefonica e di connessione in questi giorni, ma anche perché avrei rischiato di dire cose di cui mi sarei certamente pentita.
Oggi la connessione sembra funzionare un po' meglio anche se solo in questa stanza, per cui ne approfitto per scrivere queste due righe e dirvi che sto bene, per ringraziare nuovamente tutti quelli che mi hanno contattata in questi giorni, e per ringraziare anche se solo virtualmente tutti quelli che stanno dando una mano a rendere questa città nuovamente vivibile, e degna di essere chiamata tale.
Sono stati giorni difficili questi e lo sono ancora perché la città è in ginocchio, perché il pensiero di quelle persone che hanno perso la vita in maniera così assurda ti martella nella testa (fra l'altro una delle vittime è la nipote di una persona che conosco, l'ho saputo ieri mattina e, benché non la conoscessi di persona, la cosa mi ha scosso non poco: era andata in moto a prendere il fratello a scuola e sono stati travolti da un'ondata. Il fratello fortunatamente si è salvato) e poi ci sono tutte le altre storie di amici, di amici di conoscenti, di parenti di questo e di quello, di gente che si è dovuta rifugiare sui tetti, di persone che hanno avuto bisogno di un letto e di vestiti prestati perché non avevano nulla di asciutto da indossare o un tetto sicuro sotto il quale dormire, di gente che ancora oggi non si riesce a rintracciare.
Insomma, dopo quel che è successo si rischia la paranoia di tremare davanti ad un qualsiasi temporale futuro.
Quel che mi fa incazzare come una bestia è che dopo l'alluvione del '70 che ha distrutto completamente la citta, e quello del '92 che ha fatto danni pazzeschi, e quello del '93 che ha messo in ginocchio tutto il ponente, per non parlare poi dei vari nubifragi qua e là che ogni anno puntualmente colpiscono queste zone, siamo ancora qui, con gli stessi problemi di una volta.
E chi ha subìto i danni allora, deve ancora vedere un risarcimento. Non lo sapevo, l'ho sentito proprio in questi giorni, e la cosa mi lascia a bocca aperta, anche se ormai non bisognerebbe più meravigliarsi di niente.
La cosa che più mi fa sentire a disagio in questo momento e non poter andare a spalare il fango con tutti gli altri, perché è quello che sento di voler fare, ma la mia spalla ancora non funziona bene, per cui dovrò starmene brava e zitta.
Lascio invece la parola ad una pubblicità progresso del '77 (di un'attualità sconvolgente) che già da allora cercava di far capire a tutti che l'acqua, preziosa risorsa, può trasformarsi in una minaccia se ognuno di noi non si prende le giuste responsabilità.
Mi pare ovvio che il messaggio non sia stato recepito.
Da domani ci si ri-alza in piedi, ma oggi, la giornata è tutta dedicata a chi ha perso la vita in queste assurde giornate, non solo a Genova, e non solo in Liguria.
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Non ho una connessione sicura a Londra per cui non saro' in grado di comunicare con voi per un po' di tempo, a meno che non riesca ...