Friday 29 July 2011

La Donna Capra, Crêpes a crepapelle, e Galettes Bretonnes au Sarrasin.


Lo sappiamo, di gente fuori come un poggiolo è pieno il mondo; in qualsiasi città uno metta piede incontrerà prima o poi il matto di turno che lo farà sorridere, o che gli farà allungare il passo per un motivo o per l'altro, ma Parigi di questa gente ne ospita davvero tanta, inoltre, i fuori di testa che si incontrano qui sono davvero folkloristici: ne è un chiaro esempio la Donna Capra.

Ma andiamo per ordine...


Qualche giorno fa ero in uno dei miei posti-droga, ovvero HEMA (negozio Olandese che vende di tutto) aperto in Dicembre, e che mi vede spesso al suo interno per questioni di astinenza da Olanda e da Stroopwafels.
Vi lascio immaginare la mia reazione quando ho visto i lavori in corso e la data di apertura, credevo di avere le allucinazioni!
Non mi dilunghero' su questo punto o facciamo notte. Ovviamente, anche oggi  sono di corsa. Anzi, di più.

Stavo quindi facendo la fila alla cassa per pagare i miei acquisti quando davanti a me noto un certo movimento ondulatorio. Movimento che, a forza di essere ripetuto all'infinito dalla persona che mi precedeva, ha fatto venire il mal di mare non solo a me (che non lo soffro!) ma pure alla fila di Olandesi che era dietro di me.

La donna, o meglio, la uoma davanti a me (non si distingueva bene il sesso al momento, era un misto di entrambi) spostava ritmicamente il peso del proprio corpo da un piede all'altro senza soluzione di continuità.
Questa è una cosa che talvolta fanno le persone molto alte, quelle che superano abbondantemente i due metri di altezza per esempio, ma lo fanno ad un ritmo decisamente più lento e molto più di rado (ed è pure comprensibile) la tizia in questione invece sembrava avesse appena inventato il moto perpetuo e volesse metterci al corrente della situazione.
Li' per li' ho pensato che avesse dei calli ai piedi, o problemi ai talloni. Pero', dii sicuro, non era un problema di altezza visto che raggiungeva a malapena il metro e sessanta...

In ogni caso, arriva il turno della Uoma.
Si presenta allegramente alla cassa col suo gel per capelli in mano, paga, e nel frattempo dice qualcosa di incomprensibile sia per noi "gente col mal di mare", che per la cassiera.

A questo punto, mentre la cassiera cerca di passare mentalmente dal Klingon al Sumero Antico per riuscire a trovare una qualche radice comune al linguaggio della Uoma, quest'ultima  si avventa sui sacchetti di plastica; sacchetti posti in una zona riservata ai cassieri e raggiungibili solo ed unicamente arrampicandosi sul mobile della cassa, passando quindi sul corpo del povero dipendente di turno.
La fermano in due e le spiegano che al sacchetto ci pensano loro.
Lei dice ancora qualcosa nella sua personalissima lingua e se ne va.

La storia sembrerebbe finita qua, ma non lo è.

E' il mio turno, pago, ed esco dal negozio.
Poco dopo, mi rendo conto che sento uno strano suono: è un chiaro muggito, non ci sono dubbi!
Sembra il muggito di un toro da monta e, siccome non sono a Pamplona, mi guardo attorno impreparata.

La vedo, è davanti a me, è proprio lei: l'Uoma!!!

Cammina muggendo e fa le corna con le dita (ma tenendo le braccia giù, come si fa normalmente quando si cammina)
A questo punto la supero, DEVO guardarla in faccia!
(Per amore della scienza, sia chiaro)

Quel che vedo mi coglie di sorpresa: è praticamente Elvis con le guance di Heidi (ma molto più ustionata) e in più  ha una barba grigiastra che le pende giù dal mento: lunga e stretta come quella delle capre, e lunga almeno quattro dita!

Unite il tutto al muggire feroce, alle corna, e a quel che fa quando sta in coda nei negozi, e ditemi se non ho ragione!

Ma passiamo alla parte mangereccia.

Le crêpes che vedete nelle foto sono state divorate sempre nello stesso luogo di perdizione di cui vi avevo già parlato, non se ne puo' proprio fare a meno, ormai siamo di casa! Il luogo è buio e le foto sono state fatte con l'iPhone per cui andate di fantasia perché le foto non rendono giustizia.

Ma prima di svelarvi gli ingredienti segreti occorre fare una distinzione fra crêpes e galettes.

Le crêpes sono bianche e dolci, le galettes invece sono "nere" e salate (senza glutine quindi, visto che si utilizza la farina di grano saraceno)

NOTA: ho fatto caso ad una cosa, ovvero, che le galette vengono sempre ripiegate in modo da ottenere un quadrato, mentre le crêpes vengono ripiegate fino ad ottenere una sorta di triangolo. Ci sarà un motivo?
Indaghero' su questa cosa.

Ed ecco a voi le crêpes e le galettes che io e Zeb ci siamo scofanati senza ritegno alcuno. 



Per Zeb: Galette Forestière (pollo, funghi, panna acida, ed una spolverata di erba cipollina).
Forse c'era dell'altro ma io e Zeb non ce lo ricordiamo... gli toccherà mangiarne un'altra per sicurezza!




Per me: Galette inventata sul momento. Puoi scegliere fra le loro proposte o creartene una tu con gli ingredienti indicati nella lista, eccovi gli ingredienti da me scelti: confettura di scalogno, patate arrosto tagliate a cubetti piccoli e saltate in padella, pancetta, ed una spolverata di erba cipollina. BUONISSIMA!



Per dessert invece ci siamo buttati sul semplice

Per Zeb una  crêpe di cui non ricordo il nome (ma se è per quello non ricordo nemmeno il nome della mia!) credo fosse quella al calvados, ad ogni modo questa è la descrizione del tutto: crêpe flambée con mele caramellate, gelato alla vaniglia, e panna montata come se piovesse.
Naturalmente la crêpe è arrivata al "naturale"; la tipa aveva con sé un polsonetto vecchio stampo con dentro il calvados, al quale ha dato prontamente fuoco prima di versarlo sul tutto.



Per me invece quella che avete già visto l'altra volta, ovvero, crêpe con bastoncini di pan d'épices tostati, gelato agli speculaas (pieno di pezzettoni di biscotto dentro), innaffiato da miele caldo o tiepido.

Il tutto accompagnato da due bolée di sidro: brut per le galettes, e dolce per le  crêpes.


Il sidro di pera invece ce lo siamo portati a casa, in bottiglia.
Dobbiamo ancora battezzarlo, poi vi terro' al corrente!

Se vi capita fateci un salto!

La Cidrerie du Marais
4 rue de Sévigné
75004 - Paris
 


E' un luogo piacevolissimo, piccolo, e l'atmosfera è rilassante; ha un sidro bretone da urlo, vi si possono mangiare crêpes e galettes buonissime con una gran varietà di ingredienti, ma non è tutto: sono gentili ed attenti alle vostre esigenze, e non è poco... 

Non è poco ovunque si vada oramai, ma è ancor più una cosa rara quando si parla di Parigi, dove gentilezza e attenzione non sempre sono di casa.

Vi basti pensare che la tipa ha cazziato il cuoco che, dopo aver preparato la mia galette stando attento a non aggiungere burro da nessuna parte, ha poi ben pensato di spennellarla col burro fuso prima di farmela portare al tavolo! 
Meno male che a lei è venuto il dubbio, mi ha fermato mentre stavo già quasi per addentarla, parbleu!

PS: non so quando riusciro' a rispondere ai vostri commenti e a passare da tutti voi, lo stesso vale per le mail, sono indietro con tutto, perdonatemi!

8 comments:

  1. Hai per caso notato dopo che la tipa si spostava da un piede all'altro pallette nere per terra...non più grandi di una oliva....mhmm perchè voleva dire che stava...:P ahahahahahahahaha
    PS
    Casomai dovessi incontrarla nuovamente...recupera del sale e senza rischiare la vita porgendolo con le mani gettalo vicino a lei...inizierà a mangiarlo...calmandosi :P eheheheheeh

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  2. Aiut...questa me la risogno stanotte. Una cosa più inquietante non me la potevi raccontare. E il rollio della tipa mi fa pensare che dentro le scarpe nascondesse degli zoccoli caprini, da cui la difficoltà di equilibrio...non è che più che una capra fosse un satanasso in libera uscita? Comunque certi racconti del terrore dacceli in piccole dosi, ho lo stomaco debole. Ti abbraccio come sempre. Smack. Pat

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  3. la storia della donna capra mi fa tornare in mente la Signora Elefante che una volta entrò in un negozio dove lavoravamo io e una mia amica: la stazza dell'elefante, l'andatura dell'elefante, l'espressione dell'elefante, un meraviglioso cappotto color elefante e soprattutto l'odore dell'elefante.

    Ma, ma, ma, ma a HEMA ci sono anche i vermicelli di cioccolato? quelli da mettere sul pane?? *__*

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  4. @ Gambetto: ahahahahahah è vero potrebbe anche iniziare a produrre "olive", è un rischio che non avevo calcolato!!! Metto il sale in tasca allora :-P

    @ Patty: è vero, è verooo, potevano essere gli zoccoli a darle fastidio nelle scarpe, ecco perchè muggiva anche a quel modo mentre camminava! Ti offro una crêpe per farmi perdonare il racconto del terrore :P

    @ Fed: la signora Elefante mi manca!!!
    Mmmh anche in odorama quindi, chissà che spettacolo!

    No, niente vermicelli di cioccolato da Hema, almeno per il momento :-((((((((((((
    Se arrrivano ti avverto!

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  5. Un post fantastico per rinfrescarmi la memoria, grazie Musky!!!
    Stroopwafels!!! Ecco come si chiamano!!!
    E' da un paio d'anni che mi lambicco il cervello per cercare di ricordarmi come si chiamano quelle delizie libidinose che mi porto o mi faccio portare da Amsterdam ogni volta che posso, grazie per avermi illuminata! :-D La Uoma-Capra è un mito tale, che varrebbe la pena tornare a Parigi solo per incontrarla (a dire il vero io adoro Parigi e non ho bisogno di questa scusa).
    E poi il ripieno della galette di Zeb... la penultima volta che sono stata a Parigi avevo mangiato una galette del genere, ricordavo perfettamente il pollo e la panna acida. Mi hai dato lo spunto per riprepararmela, era una delizia.

    Un beso!

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  6. speriamo che arrivino, sono ormai 17 anni che me li risogno! ç__ç

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  7. bel quartiere il Marais, inadatto alle capre...e l'espressione "crêpes a crepapelle" è da brevetto!! Mitica....

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  8. Annotato! Sembra tutto buonissimo.

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Bischopswijn (e dei Natali in anticipo)